martedì 5 novembre 2013

I coniglietti Ottobrini!

In Cascina sono nati i coniglietti! Eccovi una foto della "cucciolata" morbidosa!

Ma come si riproducono i conigli?

La coniglietta raggiunge la maturità sessuale attorno al 4/6 mese di età e può avere dalle 4 alle 8 cucciolate l’anno con una gravidanza che dura mediamente 30-35 gg.
I conigli non hanno un vero e proprio "periodo di calore" infatti sono recettivi durante tutto l’anno nei climi miti altrimenti va da Febbraio a Settembre.
Il coniglietto maschio raggiunge la maturità sessuale intorno al 6/7 mese di vita.



CORTEGGIAMENTO E ACCOPPIAMENTO 
E’ meglio lasciare i nostri coniglietti liberi di corteggiarsi  in modo che l’accoppiamento avvenga nel modo più naturale possibile. Se questo non è possibile allora bisogna mettere la femmina nella gabbietta del maschio mai viceversa e dopo l’accoppiamento bisogna rimettere la femmina nella sua gabbia lontana dagli altri conigli e dal maschio per lasciarla tranquilla.Sul primo momento il maschio saltellerà attorno alla femmina la quale da prima potrà risultare riluttante ma poi assumerà la classica posizione allungata con le orecchie basse. L’accoppiamento in sé dura 15 secondi dopodiché il maschio emetterà un breve brontolio e si accoccolerà accanto alla compagna.
L’ovulazione è indotta dall’accoppiamento ma può capitare che il rapporto non sia fecondo e si può verificare una falsa gravidanza (pseudogravidanza). I segni più sicuri di una vera gravidanza sono l’ingrossamento del ventre, il turgore dei capezzoli e un cambiamento temporaneo del carattere, a volte le conigliette docili diventano aggressive e viceversa ma è del tutto naturale.

LA GRAVIDANZA 
Come abbiamo detto dura circa 30/35 gg. A volte il carattere della nostra coniglietta può cambiare ma è una cosa temporanea. Dopo 15 gg dall’accoppiamento la nostra coniglietta comincerà a preparare il nido che le avevamo messo a disposizione tempo prima. Le metteremo a disposizione fieno e paglia che la femmina userà per imbottire il nido insieme al pelo che si toglierà dal ventre per liberare i capezzoli, questo è un fenomeno di molta importanza per la sopravvivenza dei cuccioli infatti i feromoni presenti nel pelo attirano la madre nel nido e spingendola a fornire le cure di cui hanno bisogno.
Durante la gestazione è bene non prendere in braccio la coniglietta me se è necessario prenderla per la collottola.
IL PARTO E I PRIMI GIORNI DI VITA 
Il parto avviene normalmente senza problemi con la rapida nascita di 3-4 cuccioli ciechi, nudi e completamente sordi. E’ la femmina che si occupa di tutto, di lavarli, di asciugarli e di eliminare la placenta e il cordone ombelicale, dopo circa 12 ore dal parto la coniglietta torna fertile. A parto avvenuto, dopo esserci lavati accuratamente le mani con un sapone non profumato e dopo aver attirato fuori dal nido la madre, osserviamo i cuccioli controllando che tutto sia a posto. Dobbiamo inoltre eliminare i cuccioli morti per cause naturali o per inesperienza della madre nel tagliare il cordone ombelicale. Spesso nella prima cucciolata è normale la morte di alcuni cuccioli.
La coniglia non resta nel nido con i piccoli e allatta solo una o due volte al giorno per questo motivo è bene che la dieta della coniglietta sia ricca di elementi nutritivi, questo è un comportamento normale e non è da interpretare come scarsa attenzione per i neonati.
Dopo alcuni giorni dal parto è bene controllare lo sviluppo dei nati che ci devono apparire di un bel colorito rosa con la pelle liscia e la pancina rotonda (cioè piena) e devono apparire vivaci.
A 10 gg dalla nascita i coniglietti aprono gli occhi.

sabato 2 novembre 2013

Autunno.. tempo di Crauti!

In autunno in cascina è abitubine, dopo aver acceso il putagè (la stufa a legna), mettere su una bella pentola ben piena di cavolo cappuccio fatto a striscioliniìe.. che cuocendo lentamente si stufa e diventa un contorno leggero e delicato.

Un'altra ricetta apprezzatissima è rappresentata dai Crauti..ecco come noi amiamo cucinarli

Per 6 persone
  • 500 gr di cavolo cappuccio verde
  • 100 gr di cipolle tagliate fini
  • 100 gr di pancetta tagliata a piccoli cubetti
  • 3 cucch. di aceto bianco
  • 3 bacche di ginepro
  • 2 foglie di alloro
  • 5 grani di pepe
  • sale    
Procedimento 1: Togliete le foglie più esterne e danneggiate, tagliatele a striscioline e immergetele in acqua fredda per ½ ora circa, scolate bene. Ponete una pentola capace sul fuoco con l’olio, la pancetta e le cipolle, facendo soffriggere piano. Appena il tutto è biondo aggiungere le striscioline di cappuccio e mescolare bene, salare e versare 3 cucch. di aceto bianco. Incoperchiare e ogni tanto verificate se non ci sia bisogno di un po’ d’acqua per tirare a cottura. Servire subito.

Procedimento 2: Mettete le striscioline di cappuccio mondate e ammollate in acqua come precedentemente descritto, nella pentola con le spezie ed il sale, portando a cottura. A parte in una padella fate stufare le cipolle con 50 gr di burro, quindi aggiungere la pancetta e farla diventare croccante senza però bruciare le cipolle. Aggiungete un cucchiaio di farina bianca e aggiungete questo condimento ai crauti già cotti e proseguire la cottura per 10 min.

venerdì 1 novembre 2013

Tempo di seminare!

In questi giorni la Cascina è in fermento, si sta lavorando per preparare il letto di semina adatto per la semina del Triticale.
Il triticale è un cereale ed è un ibrido artificiale tra la segale e il grano tenero.
Associa la resistenza al freddo della segale e l'attitudine alla panificazione del frumento; risulta una valida alternativa alla segale, per quanto riguarda le condizioni climatiche, e al frumento per altitudine e acidità del terreno.

Il triticale è ancora relativamente poco noto ai più, in quanto è usato per lo più come foraggio.
Al momento il triticale, insieme al mais, sotto forma di insilato, viene utilizzato negli impianti di biogas come principale massa reagente.

mercoledì 30 ottobre 2013

E siamo tornati!

Tante avventure sono successe in Cascina in questi ultimi tempi.. l'autunno e le sue gornate lunghe e grigie ci daranno il tempo di raccontarvele..
Intanto vi presentiamo la nuova arrivata.. Gisella!!!!

martedì 28 maggio 2013

Le Piemontesi si moltiplicano!

Eh si.. in cascina sono iniziari i parti.. è nata la piccola Mignon ( quella più a sinistra con la mamma) e proprio ieri è nato Attila ( a destra con la mamma Marchesa).
Attila ha debuttato in cascina, conquistandosi di gran lunga questo nome.. grazie al suo temperamento davvero vivace..
Volendo incornare Marina che cercava di aiutarlo a raggiungere la mamma.. veramente delle belle premesse x un simpatico futuro!

sabato 27 aprile 2013

Piccoli Cani Crescono!!!

Ed ecco a voi Poldinooooooo!!!! ora diventato Rex.. ve lo ricordate come era piccino.. non che ora sia grosso ma è di sicuro cresciuto!
Qui è tra le braccia di Marina, perchè a lui piace tanto farsi coccolare, passa le giornate a giocare con suo fratello "palla di pelo" Rudy e si abbaiano a vicenda per fregarsi un tozzo di pane secco, come se non ne esistesse altro!!!!
Grande Poldino/Rex.. continua così!!!!

venerdì 26 aprile 2013

Il gusto e le virtù dell'Erba Cipollina!!!!!

Pianta erbacea, perenne, bulbosa dalle foglie sottili, tubolari di colore verdastro. I fiori, di colore rosa o rosa porporino, sono riuniti in eleganti capolini globosi. Fiorisce da giugno ad agosto. Il sapore è gradevolmente intenso, ricorda la cipollina, ma è ben più morbido, un eccellente aromatizzatore di numerose pietanze. 

 Può essere utilizzata per insaporire insalate, minestre e uova e per preparare salse a base di erbe. La semina in semenzaio avviene in febbraio, per trapianto in aprile. L’erba cipollina predilige terreni fertili e ben drenati. Le foglie si raccolgono già a quattro mesi dalla semina. L’erba cipollina se essiccata perde le sue proprietà aromatiche, meglio utilizzarla fresca o conservarla mediante congelazione.

 Ottima per insaporire insalate, pomodori, petti di pollo alla griglia... che delizia!!!!!

giovedì 25 aprile 2013

..anche il Grande Melo è fiorito!

La primavera è proprio arrivata.. il sole scalda con i suoi raggi caldi e da nuovo impulso alla natura per ripartire più rigogliosa che mai.
Anche il Grande Melo è fiorito e accoglie chi viene a trovarci in azienda presentando la nuvola dei suoi fiori candidi... Il Grande Melo.. è il grande vecchio della cascina... piantato dal fato o dall'intenzione dell'uomo 70 anni fa.. rappresenta un vero punto di riferimento... perchè si trova a pochi metri dal cancello della cascina ed è immutabile al passare del tempo.. sempre generoso, pronto a donare tanti frutti ogni anno.
Si tratta di una varietà antica quanto particolare.. mele piccole a polpa soda e croccante, sempre con una notra aspra, ideale per le frittelle.
Un riferimento davvero importante per la Cascina, alla cui ombra d'estate ci si ferma a chiacchierare, d'autunno regala frutti succosi, l'inverno delinea la strada nelle nevicate e in primavera diventa una soffice nuvola profumata... grazie Grande Melo!

sabato 13 aprile 2013

Il primo pascolo 2013

Ed eccovi il nostro piccolo gregge nella prima uscita..
Facia Rusa, Ciuffo, Tremenda, Agnela Grosa, Mutunot, Macchiolina,  Fulminr, Ginger, Cleo.. il nostro piccolo trup.. con i nomi in piemontese..

venerdì 12 aprile 2013

Giallo come il sole

Che sia arrivata davvero la primavera?
Bhe il tarassaco segna proprio l'inizio della bella stagione.. con il suo magnifico colore è pronto ad esplodere nei prati.. per chi non lo conoscesse.. parliamo del classico soffione!

Capolini gialli.. pronti a colorare la campagna e a cancellare il grigio dell'inverno e delle lunghe piogge!

Viva la primavera!

domenica 7 aprile 2013

Il gregge cresce!

Il nostro piccolo gregge di pecorelle cresce.. ecco le agnelline che alleveremo quest'anno..
Macchiolina,  Ginger,  Cleo e Fulmine!

sabato 6 aprile 2013

Non ci siamo dimenticati eh!

Amici non ci siamo dimenticati di voi eh... ma tante cose stanno avvenendo in cascina.. e nei prossimi giorni vi raccontiamo tutto. ♡♥♡

sabato 30 marzo 2013

La santoreggia

La santoreggia è una pianta erbacea con fusti alti circa 30 centimetri. Appartiene alla famiglia delle Labiatae, per via delle foglie a forma di lama. Il suo nome è Sartureja Hortensis L. Viene comunemente chiamata santoreggia domestica estiva o erba cerea. È diffusa in Asia Occidentale e in Europa Meridionale. In Italia cresce nelle regioni centrali e settentrionali, in aree particolarmente aride. Era conosciuta dagli antichi romani come “erba dei satiri” per via del suo aspetto peloso che evocava queste figure mitologiche del tempo. Allora si riteneva anche che potesse avere delle proprietà afrodisiache. In realtà è una pianta aromatica, le cui foglie donano gusto e sapore ad alcuni cibi, come carne o legumi. I suoi fiori hanno un colore bianco e rosato. Mentre un’altra varietà, la “santoreggia invernale” o montana presenta solo fiori bianchi. La semina di questa pianta avviene in primavera o in autunno. I fiori sbocciano da giugno a settembre, si raccolgono nel periodo della piena fioritura e vanno essiccati in luoghi bui e ben ventilati. Le foglie vanno raccolte prima della fioritura e possono essere usate fresche o fatte essiccare con gli stessi accorgimenti usati per i fiori.

La santoreggia oltre ad essere una pianta aromatica, viene anche definita pianta officinale o erba medicinale per le sue proprietà terapeutiche. Oltre che in cucina, viene anche usata in fitoterapia per alleviare alcuni disturbi comunemente molto diffusi, come i problemi digestivi, la diarrea ed altri disturbi gastrointestinali. I suoi principi attivi hanno anche delle proprietà lenitive sulle infiammazioni del cavo orale. Può anche essere usata per motivi estetici, per ricavare dei profumi e le sue foglie sminuzzate possono essere collocate nella vasca da bagno per alleviare stanchezza e gonfiore alle caviglie. Un infuso a base di santoreggia, applicato sui capelli rafforza anche il bulbo pilifero. I suoi principi attivi sono oli essenziali ed enzimi che contengono tra l’altro vitamina A, tannino e potassio.

Le parti della santoreggia usate per scopi terapeutici, estetici e culinari sono le foglie ed i fiori. Si possono usare crudi o in forma di infuso per la stanchezza ed i problemi digestivi. L’infuso si può usare anche per combattere le rughe assieme alla salvia, mentre il decotto si può aggiungere all’acqua della vasca da bagno. Attenzione alla differenza tra infuso e decotto, perché non sono la stessa cosa. L’infuso è ottenuto aggiungendo le parti della pianta dopo aver bollito l’acqua calda, mentre nel decotto la pianta si mette con l’acqua fredda che poi viene fatta bollire. L’olio essenziale si usa anche come profumo. Per preservare le proprietà terapeutiche della santoreggia è consigliabile conservala a mazzetti e sminuzzarla nel momento in cui si usa. L’infuso di foglie intere di santoreggia va bevuto dopo i pasti.  Il solo olio essenziale di santoreggia che si ottiene dalla distillazione delle sommità fiorite della pianta, si assume in gocce. Questi oli hanno proprietà antinfettive, antisettiche, balsamiche ed antiparassitarie.

venerdì 29 marzo 2013

La forsizia è in fiore!

Incomparabile il giallo canarino dei suoi fiori: la forsizia è una pianta arbustiva piuttosto “invadente”, per certi versi, ma ancor prima degli albori di primavera le sue corolle colorate dipingono ed impreziosiscono la vegetazione ancora scarna.
La forsizia viene coltivata soprattutto a fini ornamentali, proprio per la sua chioma floreale dorata e cangiante: ad ogni modo,trova impiego anche nella sfera fitoterapica, soprattutto nella medicina orientale.

La coltivazione della forsizia è molto semplice: in generale, la pianta richiede annaffiature abbondanti durante il periodo estivo ed una potatura importante immediatamente dopo la caduta dei fiori, lasciando poche gemme allo scopo di far sviluppare nuovi rami che fioriranno l'anno successivo.
Si consiglia di eliminare qualche ramo centrale, al fine di sfoltire la chioma ed evitare un eccessivo indebolimento dei rami in formazione. La forsizia non richiede particolari tipologie di terreno, né è una pianta esigente in termini climatici: l'arbusto, infatti, cresce bene anche in terricci universali, purché freschi. La pianta resiste anche al gelo e alla siccità; ad ogni modo, la forsizia ama l'illuminazione solare diretta.
La moltiplicazione avviene per talea semi-legnosa.Nonostante si presti eccellentemente come cespuglio in forma libera, alla forsfizia si può conferire una particolare forma piramidale o ad alberello, a seconda delle esigenze. 

Nella medicina Orientale, la forsizia viene adoperata come antinfiammatorio ed antiallergico. Molti testi non attribuiscono alcuna proprietà fitoterapica alla forsizia, attribuendole la semplice etichetta di elemento decorativo; solo di recente, sono stati isolati alcuni attivi (fillirina, rutina, cicloesanolo rengiolo), ai quali sono ascritte virtù antiemetiche (frutti di forsizia).

giovedì 28 marzo 2013

Ed ecco.. Willy!

Ed ecco a voi in piccolo grande Arvilia, per gli amici Willy! Il puledro nato nella nostra cascina ma che ora "è in collegio" per imparare l'educazione!
Eh si perché Willy è un bel monello!! È il figlio della nostra Dijou.. nato nel 2009.. alto alto ma smilzo smilzo.. sta andando a scuola per imparare a non buttare giù le persone e a seguire i comandi che gli vengono dati.. è un gran monello salterino.. salta tanto  e di impeto. . Ma piano piano imparerà!
Qui nella foto è con la nostra amica Barbara, comproprietaria del gigante salatore.. da notare l'espressione sempre "assonnata" del quadrupede che si scoccia sempre davanti alla macchina fotografica!

mercoledì 27 marzo 2013

Il Timo.. amico della salute!


Il genere Thymus appartiene alla famiglia delle Labiateae e comprende circa 350 specie di piante tra le quali il timo comune (Thymus vulgaris) originario del Mediterraneo.
Le foglie del timo sono piccole e allungate, di colore verde-grigio e ricoperte da una fitta peluria. 

Le virtù del timo sono legate alla presenza di un particolare fenolo: il timolo, potenteantisettico, antispasmodico e vermifugo.
Le sue proprietà antisettiche sono conosciute sin dall'antichità e nell'”Herbario novo”, un saggio rinascimentale sulle piante medicinali, il timo veniva consigliato, cotto nel vino, per combattere l'asma e le infezioni della vescica. Inoltre, fino al primo dopoguerra, la maggior parte dei disinfettanti più diffusi era a base di timo.
Potente digestivo e carminativo, è efficace contro le infezioni alle vie urinarie e le infiammazioni dell'apparato respiratorio ed è un ottimo rimedio contro tosse, asma, bronchite e raffreddore per le sue proprietà balsamiche e fluidificanti.
Le caratteristiche aromatiche del timo sembrerebbero utili per contrastare il mal di testa.
A livello topico è un buon disinfettante della pelle e stimola la circolazione sanguigna svolgendo un'energica azione defatigante sul viso. Il timo è molto efficace anche nel trattamento dei capelli particolarmente grassi: aggiungere qualche goccia di olio essenziale di timo ad uno shampoo neutro può riportare alla normalità il livello di sebo sulla cute.
Mentre decotti e infusi di timo sono usati per detergere piccole ferite e per disinfettare il cavo orale, una tisana di timo è utile in caso di tosse o per favorire la digestione.
Per preparare una tisana di timo basterà lasciare in infusione 2 grammi di foglie di timo essiccate in 200 ml di acqua bollente per una decina di minuti. 

...ma come si cresce?

Ve li ricordate come erano?
Ed eccoli qui a 15 giorni dalla nascita sono cresciuti un bel pò.. ma i nostri vitellini mangiano solo latte..specie il primo latte chiamato Colostro. . Indispensabile per la formazione del sistema immunitario in quanto ricchissimo di immunoglobine precursori delle difese immunitarie.

venerdì 22 marzo 2013

Ma cosa mangiano le nostre vacche?

L'alimentazione del bestiame è da sempre uno dei punti su cui noi mettiamo la massima  attenzione.
Qui vedete una foto del mangime che "impastiamo" noi con le nostre mani.. perché noi ci mettiamo la mano su ogni cosa!
Ma cosa c'è dentro?
Dentro ci sono cereali coltivati sui nostri campi.. triticale (un ibrido tra grano tenero e segale altamente digeribile x gli animali), poi mais.. un mais classe 600 ( nº che indica lunghezza del ciclo e produttività), un po' di lino (serve x rinfrescare l'intestino) e una spruzzata di mangime complesso, che compriamo da una ditta specializzata.
La miscelazione avviene manualmente così come la distribuzione.. ogni bestia è quindi sotto controllo per notare immediatamente qualsiasi problema o malessere.

Il consiglio della Cascina.. Chiedete sempre come è fatta una cosa, con quali materie prime,  ne va della vostra salute e del vostro futuro.

giovedì 21 marzo 2013

La magica Maggiorana

La maggiorana è un parente dell'origano, viene usata sia allo stato fresco che essiccata, essa è una spezia che ha diverse qualità, innanzitutto è antispasmodica, digestiva e anche calmante, difatti viene usata in caso di nervosismo, ansia, insonnia, sbalzi d'umore, mal di testa e cefalea.Contiene buone dosi di vitamina C e tannini, quindi è indicata per rinforzare il sistema immunitario e per le malattie da raffreddamento come febbre, raffreddore, tosse (per le sue proprietà espettoranti e carminative), asma, laringiti e faringiti, regolarizza l'intestino nella diarrea e nella stitichezza, è un epatoprotettore in quanto alleggerisce il carico di lavoro al fegato e decongestiona le vie biliari, disinfetta e igienizza la bocca e il cavo orale e se frizionata sulla pelle è anche antireumatica.

sabato 16 marzo 2013

Nati il 16marzo

Ciao a tutti noi siamo nati stanotte!
Che fatica venire al mondo...
e che freddo che fa qui... e quanta luce.. quanti suoni.. a che ora c'è l'aperitivo?.. e la cena?

Intanto io mi faccio un sonnellino e poi ne riparliamo.. ciaooo

martedì 12 marzo 2013

Cucu'

Ed eccoci qui.. io sono sbucata perché ho sentito che avevate bisogno di me!!!
Bau! (Linda)

sabato 9 marzo 2013

I girasoli da insalata

Il tarassaco è una pianta erbacea perenne diffusa un po' ovunque e cresce fino ai 1.800 metri di altezza; il suo nome scientifico è Taraxacum officinale, ed è conosciuto anche col nome di dente di cane o dente di leone.
Il tarassaco cresce prevalentemente nei prati e si riconosce facilmente dai suoi fiori giallo intenso che lasciano presto il posto a globi soffici e piumosi chiamati soffioni.
Il periodo migliore per la raccolta del tarassaco è a febbraio, oppure a settembre,  prima che la pianta fiorisca, nel pieno della sua tenerezza e delle sue proprietà salutari.Uno dei modi più consueti per consumare il tarassaco è in insalata con dell'ottimo olio extravergine di oliva, sale e aglio crudo tritato finemente.

Il tarassaco presenta varie proprietà farmacologiche, grazie soprattutto alle sostanze amare che caratterizzano anche il suo gusto: tarassicina e inulina.
Molto note le sue proprietà diuretiche tanto da essere chiamato con nome piscialetto nella tradizione contadina.Oltre alle sue proprietà diuretiche il tarassaco è in grado di favorire l'aumento di bile e il suo passaggio dal fegato all'intestino, ma non solo, ha anche proprietà antinfiammatorie, purificanti, e disintossicanti nei confronti del fegato.
Gli effetti diuretici e l'abbondanza di potassio possono contribuire a regolare la pressione arteriosa e la quantità di fluidi corporei.
Recente è la scoperta riguardante i calcoli biliari; il tarassaco è in grado di influire, non sul calcolo già esistente, ma bensì sulla predisposizione che l'organismo ha alla formazione di calcoli.
Il decotto viene consigliato per dare maggiore incisività agli effetti diuretici del tarassaco.
Metodo di preparazione: Prendere 15 grammi di radici essiccate e farle bollire per circa cinque minuti in 200 ml di acqua, lasciare riposare il tutto per altri cinque minuti, filtrare e bere.

Se decidete di dedicarvi alla raccolta del tarassaco si consiglia vivamente di farlo lontano da strade molto frequentate e centri abitati, questo per evitare la possibilità, per altro neanche molto remote, di mangiare verdura inquinata.

Le "Anciuve al vertd"

Una ricetta tipica della tradizione culinaria piemontese sono le acciughe al verde (anciove al verd).
Una preparazione semplice per un piatto gustoso e un antipasto stuzzicante. Ingredienti per 8 persone:
200 g di acciughe sottosale;
1 mazzo di prezzemolo;
1 spicchio d’aglio;
1 peperoncino piccante;
1 bicchiere d’olio d’oliva;
1 cucchiaio d’aceto;
Mollica di pane.
 Preparazione delle acciughe
Per iniziare dividiamo le acciughe in filetti, eliminando ogni residuo di lisca. Eliminiamo l’eccesso di sale passando i filetti in un contenitore con acqua e aceto e stendiamole su carta assorbente per asciugarle per bene.
Preparazione del “bagnet”
Dopo aver diviso lo spicchio d’aglio e averne eliminato l’anima (il germoglio centrale) per renderlo più gradevole, facciamone un trito molto fine assieme alle foglie di prezzemolo.Uniamo al trito l’olio d’oliva e la mollica di un panino imbevuta di aceto e mischiamo il tutto in modo da avere un impasto cremoso.A questo punto, la nostra ricetta delle acciughe al verde prevede l’aggiunta di un peperoncino intero. Chi non ama in particolar modo il piccante può tranquillamente saltare questo passaggio senza compromettere il gusto del suo piatto. La ricetta delle acciughe al verde è prontaPer assaggiare in casa una specialità della cucina piemontese non resta che disporre le nostre acciughe in un piatto fondo o una terrina e coprirle con cura con il bagnet.Si consiglia di far riposare le acciughe al verde per 24 ore, in modo da far amalgamare per bene i sapori.Piatto da servire accompagnato con del pane. 
Squisitiiiii!

venerdì 8 marzo 2013

I nuovi nati!

Ed eccoli qui.. i nuovi arrivi in cascina.. qui fanno tanta nanna post poppata.. ed ecco anche le 2 mamme!
Fuori piove e fa freddo e loro stanno al caldo, tutti comodi e riparati!

giovedì 7 marzo 2013

Poldino e la sua nanna santa!!!!!

Parole ulteriori non ci sono..
  Vi vogliamo bene e grazie del sostegno e supporto che ci date sempre!!! buona notte a tutti amici!!

Su una pianta di spinacio

... mirabolanti scoperte di un mondo meraviglioso e microscopico... su una pianta di spinacio.. una foto di una vista allo stereoscopio.. un micro mondo complesso e in equilibrio.
Potrebbero essere spore fungine, o uova di afidi.. chi lo sa.. di certo è una foto strepitosa!

Le apine di Cascina Balmera

Ed eccole qui le nostre apine nella prima uscita dell'anno.. e anche quest'anno lavoreranno x produrre del buon miele.

Il miele viene prodotto partendo da nettare e da melata e fin dal momento della loro raccolta l'ape inizia a trasformarli in miele mediante l'aggiunta di enzimi (diastasi, invertasi, glucosidasi).
Il raccolto viene inizialmente stoccato nella borsa melaria, successivamente è trasportato all'alveare dove viene elaborato e deposto nelle cellete che saranno opercolate quando il miele avrà raggiunto l'umidità opportuna.
 Il miele è costituito prevalentemente da zuccheri (circa l'80% sul tal quale), i più rappresentati sono glucosio e fruttosio che da soli costituiscono circa il 90% degli zuccheri totali, una certa importanza è rivestita dal loro rapporto, è infatti da questo che dipende la cristallizzazione del miele, più il rapporto è spostato a favore del fruttosio e più difficile è la cristallizzazione e viceversa. Nel miele si trova circa il 18% di acqua, una percentuale molto variabile di sali minerali e, importanti, acidi organici ed enzimi.

martedì 5 marzo 2013

Dai diamanti non nasce niente.. dal letame nascono i fior!!

Una grande ricchezza della Cascina.. è senza dubbio il letame! Un composto umile ma davvero davvero importantissimo per il mantenimento di struttura e capacità produttiva di un terreno.
Per cosa viene usato?
Si impiega nella concimazione dei prati durante il periodo tardo autunnale..( per intenderci quando sentite quel profumino nell'aria capite che i contadini stanno distribuendo!).. prima della semina dei cereali autunno vernini (quindo grano, orzo, ecc).. prima della semina delle colture estive (mais o erbai).. e poi signori si impiega nell'orto.. come concimazione di base degli ortaggi, delle patate che ne sono tanto ghiotte, così come pomodori e zucchine.
Se poi vi piacciono le zucche i Vei (anziani) dicono sempre di seminarle su un bel mucchio di letame per avere tanti frutti!
Ma di cosa è fatto il letame? Bhe naturalmente dalle "tortine"degli animali e dalla paglia o foglie che vengono impiegate x la lettiera. 
La sua natura fisica e chimica dipende quindi dalla specie animale che l'ha prodotto. In genere è costituito da:
Azoto (N)0,3 - 0,7
Fosforo (P2O5)0,1 - 0,4
Potassio (K2O5)0,3 - 0,8
Calcio (CaO)0,4 - 1,2
Magnesio (MgO)0,1 - 3
Se quindi volete cimentarvi nel fare l'orto quest'anno non dimenticate quindi di metterw abbondante letame maturo prima fi vangare..
E ricordatevi sempre. .
Dai diamanti non nasce niente.. dal letame nascono i fior!

lunedì 4 marzo 2013

Tempo di carciofi brusc sott'olio.. alla moda d'la Balmera

Il mese di marzo è rappresentabilecome mese dei carciofi!  
Ortaggio che noi compriamo da un'azienda siciliana e che la nostra famiglia, conserva sott'olio x gustarlo negli eventi con gli amici come antipasto.
La ricetta è molto semplice e facile, e nel mentre si puliscono e preparano i carciofi (bisogna togliere una ad una le bratte con le spine fino a trovare quelle tenere e mangiabili)  ci si occupa di un'altra importante e basilare attività della cascina.. lo SPEPIAMENTO!
.. ebbene si.. le donne della famiglia, amiche e vicine ci si ritrova attorno al tavolone di lavoro e ci si racconta tutto ciò che riguarda pettegolezzi,  storie strane, voci di corridoio,  rimedi della nonna e robe varie.. come dice Babbo Antonio.. robe da fumne!

domenica 3 marzo 2013

Messer Rosmarino

un piccolo rosmarino in crescita
Il re indiscusso del cortile di Cascina Balmera e senza dubbio il grande rosmarino posizionato al centro.. il rosmarino.. si una pianta che noi oggi sottovalutiamo spesso ma che invece ha moltissime qualità benefiche.
Lo usiamo principalmente per condire i nostri piatti, oppure per adornare i nostri balconi, per la bellezza dei suoi fiori di un intenso color lilla.
Eppure, non dobbiamo mai dimenticarci che questa erba aromatica ha tante proprietà terapeutiche che possono esserci utili per risolvere i piccoli problemi di tutti i giorni.
Uno dei modi migliori per assumerlo è l'infuso con un cucchiaino in acqua bollente per 10 minuti.
Tra le sue virtù: è uno stimolante, buono nei casi di astenia e debolezza generale, per alleviare lo stress da superlavoro fisico e intellettuale. E' antinevralgico.
Ha proprietà antisettiche, ha un buon effetto sugli stati influenzali e febbrili, calma l'apparato respiratorio nei casi di asma e tosse.
Agisce sull'apparato digerente: è colagogo (facilita la produzione della bile), stomachico (facilita la digestione), carminativo (aiuta i movimenti peristaltici).
Ha un buon effetto, infine, anche sull'apparato osseo, come antireumatico (sia come infuso che come decotto).
Anche se l'uso gastronomico del rosmarino è prevalente su quello medicamentoso, il suo utilizzo in cucina ha anche, magari inconsapevolmente, un risvolto salutistico: migliora la digestione dei cibi difficili da digerire, come ad esempio la porchetta che è sempre aromatizzata con il rosmarino,inoltre aggiungendolo agli alimenti li insaporisce per cui non è necessario il sale,da tutto questo ne trae beneficio il nostro organismo.
Una romantica quanto improbabile leggenda racconta che la regina Isabella d'Ungheria, vissuta nel 1300, ormai settantaduenne, malata di gotta, ricevette da un angelo la ricetta di una meravigliosa lozione di bellezza e salute. Dopo averla usata, la regina diventò sempre più bella e più giovane, tanto da essere chiesta in sposa dal re di Polonia. La lozione miracolosa, passata alla storia con i nomi di "Acqua della Regina Isabella" e "Liquore di Bellezza", altro non era che un distillato di rosmarino!


sabato 2 marzo 2013

La polenta concia di Mamma Rosanna

La polenta concia è uno dei tanti modi  in cui si condisce la polenta e la ricetta differisce sempre da famiglia a famiglia. 

La nostra ricetta ha radici lontane, risale a quando i nonni materni erano margari e "salivano" in alpeggio con la loro mandria negli anni '50-'60. Quelli erano anni davvero poveri in cui si mangiava la carne solo una volta la settimana e quindi la polenta era uno dei piatti più cucinati dalla nonna. 


La polenta concia si prepara semplicemente aggiungendo alla polenta del formaggio, nel nostro caso si tratta di formaggio "grasso" cioè fatto di latte intero e che quidi col calore tende a filare e sciogliersi.. una vera schiccheria!! 


Ingredienti:
-  1 litro e mezzo di acqua;
-  380 g di farina di mais;
- 120g burro;
- 400g tra gorgonzola, toma morbida;
- 60 g di grana padano;
- sale q.b.
In una pentola con 1 litro e mezzo di acqua, unite un po' di sale ed un cucchiaio d'olio d'oliva poi una volta  raggiunta la bollitura, versare la farina di mais e mescolate di continuo per evitare si attacchi.
Quando la polenta è cotta, imburrare una pirofila da forno e disporre uno strato sul fondo, quindi coprite con le fette di formaggio morbido e piccoli fiocchetti di burro. Ripetere gli strati fino a riempire la pirofila e infine sull'ultimo strato si spolvera un'abbondante manciata di grana grattuggiato e fiocchetti di burro.
Cuocere in forno per circa 15 minuti a 180°.. il risultato sarà una bella crosticina dorata e croccante dovuta al formaggio grattuggiato e un ripieno succoso e prelibato!
Una vera bomba di energia per le giornate fredde in cui bisogna lavorare all'esterno!


giovedì 28 febbraio 2013

La meravigliosa storia di Bimba!

Bimba curiosa guarda Babbo Antonio

..ed eccola qui.. la piccola Bimba!
La sua storia ha dell'incredibile.. nata da una mamma sventurata, bloccata a terra per gli ultimi 40 giorni di gestazione da una ciste tendinea alla zampa posteriore destra. 
Il veterinario ci aveva dato davvero poche speranze sulla possibilità da parte della mamma di riuscire a portare a termine la gravidanza.. ma noi ci abbiamo creduto fino in fondo sulla forza di questa capra tenace.. e 3 giorni fa.. tra la gioia di tutti è nata lei, la piccola Bimba!
Bimba è una capretta gentile, simpatica e vulcanica, come tutti i cuccioli, e tra poco impazziremo dietro le tue scorribande, non appena avrà capito come riuscire ad uscire dal suo box.

La cosa più sorprendente e che un giorno dopo il parto, con immenso stupore abbiamo trovato la mamma in piedi, seppur su 3 zampe.. dimostrazione della forza incredibile della natura.. laddove anche i pronostici e le diagnosi erano contrari, la natura ci ha messo il suo zampino!

Bimba con la sua mamma 
quindi.. Viva Bimba e la sua Mamma.. e viva la Natura!

martedì 26 febbraio 2013

..storia di un grande Amore..

Come su tutta la provincia di Torino anche qui ha nevicato parecchio questo weekend.. ma si sa, la neve di febbraio non è destinata a durare a lungo! Il sole inizia ad intiepidirsi,  le giornate si allungano, la natura inizia a fremere di impazienza sotto il matello ormai corto di Padron Inverno..
Ed è proprio in una di queste giornate.. dove l'aria frizzantina del mattino ti regala ancora un brivido.. è proprio qui che nasce questa foto.. uno scatto rubato alla neve che svelta voleva sciogliersi.. la storia di un Amore, di quelli con la A maiuscola.. dove animale e uomo sono legati x sempre da un'alchimia unica.
Le impronte umane sono le mie, quele della Fra,  le impronte equine sono quelle di Dijou.. un amore lungo anni.. indissolubile!

domenica 24 febbraio 2013

La Malva


Nonna Margherita amava le piante e le loro proprietà e si è impegnata tanto a lasciarci memoria e ricordo di come ai suoi tempi venivano efficacemente impiegate della "cura" e prevenzione di diverse patologie.
Nel suo giardino, mai poteva mancare un angolino dedicato alla Malva, pianta ricca di virtù e impiegata per l'attenuazione di molteplici disturbi.
I fiori e in particolare le foglie della malva sono ricche di mucillagini, che conferiscono alla pianta proprietà emollienti e antinfiammatorie per tutti i tessuti molli del corpo.  Questi principi attivi agiscono rivestendo le mucose con uno strato vischioso che le proteggono da agenti irritanti.

 L’uso della malva infatti, è indicato contro la tosse, nelle forme catarrali delle prime vie respiratorie; per idratare e disinfiammare l'intestino, e per regolarne le funzioni, grazie alla sua dolce azione lassativa, dovuta alla capacità delle mucillaggini di formare una sorta di gel, che agisce meccanicamente sulle feci e quindi agevolandone l’eliminazione. Il trattamento della stitichezza con la malva risulta non irritante e non violento, per cui è indicato in gravidanza, per bambini e per gli anziani. Inoltre contribuisce a guarire faringiti, vaginiti e tutte le irritazioni del cavo orale, come ascessi, gengiviti e stomatiti.
La malva è una delle piante più dolci e sicure, è priva di controindicazioni e può in genere essere serenamente impiegata anche da bambini e donne in gravidanza.

Come utilizzare la Malva: 
- Decotto: 1 cucchiaio raso foglie e fiori di malva, 1 tazza d’acqua
Versare le foglie e i fiori nell’acqua fredda. Accendere il fuoco e portare a ebollizione. Far bollire ancora qualche minuto, spegnere il fuoco, coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo al momento del bisogno in caso tosse, colite, o stitichezza.
- Gargarismi: una volta raffreddato il decotto si può trovare beneficio mediante gargarismi sfruttando la sua azione lenitiva, in caso d’infiammazioni della bocca e della gola 
- Lavande: la malva è particolarmente adatta ad essere impiegata nella cura dell'igiene intima viste le sue proprietà antinfiammatorie e lenitive.

 

sabato 23 febbraio 2013

Flan di Cardi con Fonduta

Le domeniche di festa, in attesa dell'arrivo della Pasqua sono caratterizzate da grandi porzioni di verdure, e si sa che in Campagna si prediligono le verdure di stagione e quindi con gli ultimi Cardi noi facciamo questa ricetta sfiziosa.
Ingredienti per 4 persone:
500 gr. di cardi
80 gr. di parmigiano reggiano grattugiato
4 uova
Per la besciamella:
50 gr. di burro
50 gr. di farina
1/2 lt. di latte
sale e noce moscata

 Fonduta: tagliare 400g di fontina a striscioline e lasciarle a bagno con  250ml di latte intero. Passate le 2 ore aggiungere 40g di burro e mettere a fuoco basso e mescolare fino a che non si è completamente sciolto tutto.Aggiungere 4 tuorli e far cuocere per altri 30 min, fino ad ottenere un composto denso ed omogeneo. Aggiungete una spolverata di pepe o noce moscata.

Preparate la besciamella: mettete in una casseruola il burro e fatelo sciogliere, aggiungete la farina setacciata e fate cuocere per qualche minuto mescolando continuamente evitando di fare attaccare il composto. Togliete dal fuoco ed aggiungete il latte caldo mescolando continuamente per evitare la formazione di grumi. Rimettete sul fuoco, aggiungete un pizzico di sale e di noce moscata e fate cuocere a fuoco basso fino a quando la salsa non si addensa.

Alla besciamella preparata e intiepidita amalgamate i cardi, che avrete cotto in acqua bollente salata per circa 20 minuti e li avrete sminuzzati finemente, i 4 rossi d'uovo, i relativi albumi montati neve e il parmigiano.
Imburrate ed infarinate uno stampo, versate il composto e cuocete a bagno maria in forno per 40 minuti a 180°.

Sfornate il flan caldo su un piatto da portata e servitelo con sopra la fonduta.


Buon Appetito

giovedì 21 febbraio 2013

...correva l'anno 1976

eh si.. correva l'anno 1976.. l'anno in cui la famiglia Cibrario ha comprato la Cascina Guglielmina, ribattezzata Balmera per la strada che vi porta... e questa che vi mostriamo è una delle foto di Famiglia più amate..

Un giovane Babbo Antonio, rincorre una vacca... Facin.. per levarle il pesante campanaccio che aveva suonato con ardore durante il viaggio verso la nuova casa...

la prima foto quindi nei prati della nuova cascina acquistata con le fatiche di 2 generazioni, il nonno Giovanni e il figlio Toni..
.. l'immancabile paglietta in testa.. la canottiera per essere agile nei movimenti... e un balzo per fermare Facin e liberarla dal peso del rudun. sullo sfondo si può notare che un'altra mucca lo portava..

I campanacci, detti in piemontese "rudun" sono le campane di cui si adornano le vacche durante il viaggio di ritorno in cascina.. tanto più sono belli, grandi ed intonati, tanto maggiore è il prestigio della famiglia di allevatori.. vi presenteremo altre foto della nostra famiglia, veri e propri cimeli.. per ricordare sempre il nostro passato e costruire un futuro ricco di cose belle!


martedì 19 febbraio 2013

Sono fioriti i Bucaneve!

Nel giardino di Cascina Balmera sono già fioriti i primi fiori della stagione, i Bucaneve!!!
 
I bucaneve sono piante erbacee perenni, dai bulbi esternamente ricoperti di tuniche marrone, con un germoglio centrale circondato da un tubo a guaina. Le foglie sono appaiate, talvolta anche a 3, a forma lineare o ellittico-oblunga, solitamente più corte del fusto al momento della fioritura, ma poi più lunghe. Il fusto fiorifero emerge dalle foglie portando sulla cima un involucro – detto ‘spata’ – da cui poi esce un solo fiore pendulo. Quest’ultimo non ha veri petali, ma 6 segmenti detti tepali, disuguali fra loro e di norma di un bel bianco puro: i tre interni sono assai più piccoli mentre quelli esterni sono oblunghi o ellittici.

Galanthus nivalis, Bucaneve delle nevi
All’interno di questo genere, G. nivalis occupa un posto di primo piano, per il suo fascino e soprattutto per il periodo dell’anno in cui decide di fiorire, tra gennaio e febbraio, quando nei dintorni regna il grigiore o, al massimo, il candore di una nevicata: ciò spiega la sua stessa denominazione scientifica (gala = latte, anthos = fiore, nivalis = delle nevi). In Italia è ancora abbastanza diffuso in natura, dal piano sino ad oltre 1000 m. di quota, nei boschi umidi e nelle vallette fresche e ricche di humus.

La Natura sta quindi iniziando a muovere le sue forze per far esplodere la primavera a breve.. intanto godiamoci questo "miracolo" figlio del freddo e della neve.

lunedì 18 febbraio 2013

Coccodeeeeee!

Io oggi ho fatto l'ovetto fresco...  co co coccode!!! Lo sto cantando x tutta la stallaaaa!! Co co cocccodeee!!! Amici mangiare un ovetto o due la settimana è un vero toccasana.. specie quelle di campagna!

Volete scoprire se le uova sono fresche fresche? 
Se non dovete aprire l'uovo
- Messo in un recipiente con dell'acqua l"uovo fresco sta a fondo e quello vecchio galleggia.
Se dovete aprirlo
-Un uovo appena deposto,  quando viene aperto,  l'albume (la parte bianca) resta sodo vocino al tuorlo, quando l'uovo non è fresco invece l'albume è piu libero e si allontana molto di più dal tuorlo.

Amici.. buon uovo a tutti!!!
Coccodeeeeee!!!!!!

domenica 17 febbraio 2013

"La salvia è salvatrice e rimedio naturale”

La salvia, una tra le erbe aromatiche più comunemente presenti nei nostri giardini/orti e balconi possiede innumerevoli proprietà benefiche e curative.

Infatti, quanto a principi attivi questa aromatica è una farmacia in miniatura: contiene un olio essenziale a base di canfora, tuione, borneolo e cineolo (responsabile del profumo che la pianta emana strofinandola); inoltre tannini, saponosidi e una sostanza estrogena, che nell'insieme le conferiscono proprietà digestive, antidiabetiche, balsamiche, espettoranti, antisettiche e antinfiammatorie.
 

Dunque, la sua fama non è certo immeritata: fate attenzione però a non assumerla in dosi eccessive, perché può risultare tossica; inoltre è meglio non farne troppo uso durante l'allattamento.

I principi attivi si mantengono anche nella pianta secca: le preparazioni utilizzano foglie e fiori essiccati, salvo diversa indicazione.
Per velocizzare la digestione lenta: macerate per 12 giorni 50 g di foglie in 1 l di vino Marsala, all’occorrenza bevetene un bicchierino dopo i pasti.
Contro la tosse insistente: bollite 40 g di foglie per 3 minuti in 1 l d'acqua, lasciate in infusione per 10 minuti, filtrate, fate raffreddare, bevetene tre-quattro tazze al giorno, addolcite con miele di eucalipto o melata d’abete.
In caso di gengive sanguinanti: bollite 50 g di foglie per 3 minuti in 1 l d'acqua, lasciate in infusione per 10 minuti, filtrate, fate raffreddare, effettuate sciacqui 2-3 volte al giorno.
Ai primi sintomi di mal di gola: bollite 40 g di foglie per 3 minuti in 1 l d'acqua, lasciate in infusione per un’ora, filtrate, utilizzate per gargarismi fino a 6 volte al giorno.
Per cicatrizzare le ferite: bollite per 10 minuti 20 g di foglie in 2 bicchieri di vino rosso, filtrate e lasciate intiepidire; aggiungete un cucchiaio di miele liquido (come quello d’acacia) e, dopo aver mescolato, imbevete una garza e applicatela alla parte lesa almeno 2 volte al giorno.
Per una delicata igiene intima femminile: bollite per 10 minuti 20 g di foglie e 20 g di fiori in 1 l d'acqua, lasciate raffreddare, filtrate, utilizzate il liquido per lavaggi o irrigazioni.

sabato 16 febbraio 2013

Il Bonet di Cascin Balmera

ll bonèt, tipico dolce al cucchaio di origine piemontese, per la precisione delle Langhe, ma che noi in Cascina apprezziamo davvero molto, specie Babbo Antonio.
Il termine bonèt nel dialetto piemontese significa berretto, e secondo la tradizione, il dolce ne ha preso il nome perchè si usava servirlo a fine pasto, come cappello a tutto ciò che si è mangiato.

Preparato a base di amaretti, cacao, uova, latte e aromatizzato con il rum, il bonet viene ricoperto di caramello, ed è senz’altro un goloso e sostanzioso dessert, da concedersi ogni tanto per coccolarsi.
Una nostra variante  comune del bonet è quella di sostituire il rum con del caffè. 


Gli ingredienti che usiamo sono: (le dosi sono approssimative)
-100g amaretti;
-50g di cacao amaro in polvere;
-700ml di latte intero;
-10 tuorli;
-150g di zucchero;
-mezzo bicchiere di Rhum/caffè.
 Per preparare il bonet, per prima cosa preriscaldate il forno a 180° in modalità statica. In una ciotola montare a crema lo zucchero con i tuorli, nel frattempo riunite nel mixer gli amaretti lasciandone da parte qualcuno per la decorazione finale, e tritateli finemente in modo da ottenere una polvere sottile come la farina; unite a questa il cacao eventualmente setacciato se dovesse avere dei grumi e tenete da parte.
Preparate anche il caramello (100g di zucchero circa), mettendo a sciogliere l'altra parte di zucchero in un pentolino, senza mai mescolarlo.
Una volta che i tuorli e lo zucchero sono ben montati, unitevi il rum o il caffè, gli amaretti tritati con il cacao e il latte a temperatura ambiente; non preoccupatevi se la consistenza del composto è piuttosto liquida.
Versate il caramello ottenuto nello stampo da plumcake e fatelo aderire bene a tutta la superficie facendo attenzione a non scottarvi!
Versatevi anche il composto per il bonet aiutandovi con un cucchiaio e trasferite questo stampo in quello più grande per il bagnomaria; riempite quest'ultimo con acqua bollente quanto basta ad arrivare ai due terzi dello stampo con il bonet.
Passate in forno caldo a cuocere per circa 45-50 minuti; il bonet sarà cotto quando vedrete che inizierà a staccarsi dalle pareti dello stampo; togliete dal forno con delicatezza e togliete anche dallo stampo del bagnomaria; lasciate raffreddare completamente a temperatura ambiente. Sformate il vostro bonet e servitelo cosparso di amaretti sbriciolati.
Veramente squisito!!

La Cascina sbarca su YouTube

Ciao a tutti Amici,
..ebbene si, Cascina Balmera sbarca su YouTube! di tanto in tanto pubblicheremo dei video x videoraccontarvi la vita in campagna come procede, e vi daremo delle pratiche idee per trasformare il vodtro giardino/balcone/terrazzo in una piccola isola di salute e benessere.

intanto iniziate a visitare il nostro canale sul tubo  e qui vi mettoil link del primo nostro video!

scontro tra titani


Buona Visione!

giovedì 14 febbraio 2013

I primi pulcini del 2013

Ed eccoli qui... i primi pulcini del 2013! Sono carini vero?
Come vedete sono di tutti i tipi e di tutti i colori.
I pulcini nascono dopo essere state covate 21 giorni. La gallina durante la covata ha "la febbre" e quindi col suo calore corporeo,  aiutato dalle tante piume, fa si che all'interno delle uova si sviluppi l'embrione e poi il pulcino.
La schiusa della uova.. avviene con il pulcino che, una volta formatosi interamente,  inizia a beccare il guscio dell'uovo  fino a riuscire ad uscirne completamente.

mercoledì 13 febbraio 2013

Il Genepy di Nonna Margherita


Mi ricordo che...

quando ero bambina mi ricordo che mia nonna materna.. Nonna Margherita, aveva l'abitudine nella stagione fredda e quando c'erano i sintomi dell'influenza che giravano nell'aria.. lei ripeteva sempre che bisognava bere un goccio di Genepy.. che lei amava andare a raccogliere nei pascoli di montagna e con cui faceva il delizioso digestivo.

Ma le proprietà del genepy sono tantissime e sono legate ai suoi principi amari che permettono di produrre un rinomato liquore dagli effetti digestivi. Questa pianta contiene, infatti,oli essenziali, tra cui un componente molto raro in altre specie vegetali, il cineolo, che si rivela utile per stimolare la digestione.
Il genepì è anche tonico, stimolante, antispasmodico, espettorante, balsamico e cicatrizzante.
I suoi estratti si rivelano utili per calmare gli spasmi intestinali, per lenire le ferite, per la tosse e altre malattie dell’apparato respiratorio come asma e bronchite. Con gli estratti di genepì si trova sollievo nel caso di digestione lenta e difficile e per la flatulenza.
I suoi estratti si impiegano anche per aumentare la sudorazione e abbassare la febbre.

I montanari aggiungevano il liquore di genepì alla grappa per alleviare il cosiddetto “mal di montagna” cioè un rallentamento della digestione provocato dalle eccessive altitudini e dal freddo.

martedì 12 febbraio 2013

La Natura alla riscossaaa!!!

Nonostante il freddo, la neve, le giornate corte.. la natura si sta già organizzando per esplodere nuovamente nella prossima primavera!
Questo è quindi il respiro profondo prima del balzo.. le gemme sono la nuova vita, pronta a sbocciare al primo tepore e allo sbocciare della primavera..

se volete vedere le altre foto scattate oggi, the day after the big snow, potete cliccare sul seguente link!

La Cascina si risveglia sotto i Cristalli

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LaFra

lunedì 11 febbraio 2013

...e neve fu'!!!

E dopo tanto allarmismo.. è arrivata la neve anche a Cascina Balmera!

È cmq sempre una magia vedere tutto bianco e ovattato.. il grano riposa sotto la sua morbida coperta, l'erba si prepara x una nuova stagione.. gli uccellini cercano bacche saltellando sulla neve candida e lasciando i segni delle zampette.

Speriamo che la temperatura non diventi subito alta e che questa soffice coperta duri un bel po' x "far ricaricare le batterie"alla natura! 

Bentornata  neve... resta pure a lungo!

domenica 10 febbraio 2013

Macchiolina e il suo naso luminoso!

Amici una foto che si commenta da sola!!!!

Come Babbo Natale aveva Rudolf, col suo naso rosso, noi abbiamo Macchiolina col suo naso luminoso! 

Macchiolina è la nostra agnellina, che abbiano allattato col biberon perché la sua mamma non la accettava. Natura bizzarra!!!!
Macchiolina ha una macchia marrone sulla spalla e delle piccole macchiette sul naso. È proprio carina!

Buona serata a tutti!!