La santoreggia è una pianta erbacea con fusti alti circa 30 centimetri. Appartiene alla famiglia delle Labiatae, per via delle foglie a forma di lama. Il suo nome è Sartureja Hortensis L. Viene comunemente chiamata santoreggia domestica estiva o erba cerea. È diffusa in Asia Occidentale e in Europa Meridionale. In Italia cresce nelle regioni centrali e settentrionali, in aree particolarmente aride. Era conosciuta dagli antichi romani come “erba dei satiri” per via del suo aspetto peloso che evocava queste figure mitologiche del tempo. Allora si riteneva anche che potesse avere delle proprietà afrodisiache. In realtà è una pianta aromatica, le cui foglie donano gusto e sapore ad alcuni cibi, come carne o legumi. I suoi fiori hanno un colore bianco e rosato. Mentre un’altra varietà, la “santoreggia invernale” o montana presenta solo fiori bianchi. La semina di questa pianta avviene in primavera o in autunno. I fiori sbocciano da giugno a settembre, si raccolgono nel periodo della piena fioritura e vanno essiccati in luoghi bui e ben ventilati. Le foglie vanno raccolte prima della fioritura e possono essere usate fresche o fatte essiccare con gli stessi accorgimenti usati per i fiori.
La santoreggia oltre ad essere una pianta aromatica, viene anche definita pianta officinale o erba medicinale per le sue proprietà terapeutiche. Oltre che in cucina, viene anche usata in fitoterapia per alleviare alcuni disturbi comunemente molto diffusi, come i problemi digestivi, la diarrea ed altri disturbi gastrointestinali. I suoi principi attivi hanno anche delle proprietà lenitive sulle infiammazioni del cavo orale. Può anche essere usata per motivi estetici, per ricavare dei profumi e le sue foglie sminuzzate possono essere collocate nella vasca da bagno per alleviare stanchezza e gonfiore alle caviglie. Un infuso a base di santoreggia, applicato sui capelli rafforza anche il bulbo pilifero. I suoi principi attivi sono oli essenziali ed enzimi che contengono tra l’altro vitamina A, tannino e potassio.
Le parti della santoreggia usate per scopi terapeutici, estetici e culinari sono le foglie ed i fiori. Si possono usare crudi o in forma di infuso per la stanchezza ed i problemi digestivi. L’infuso si può usare anche per combattere le rughe assieme alla salvia, mentre il decotto si può aggiungere all’acqua della vasca da bagno. Attenzione alla differenza tra infuso e decotto, perché non sono la stessa cosa. L’infuso è ottenuto aggiungendo le parti della pianta dopo aver bollito l’acqua calda, mentre nel decotto la pianta si mette con l’acqua fredda che poi viene fatta bollire. L’olio essenziale si usa anche come profumo. Per preservare le proprietà terapeutiche della santoreggia è consigliabile conservala a mazzetti e sminuzzarla nel momento in cui si usa. L’infuso di foglie intere di santoreggia va bevuto dopo i pasti. Il solo olio essenziale di santoreggia che si ottiene dalla distillazione delle sommità fiorite della pianta, si assume in gocce. Questi oli hanno proprietà antinfettive, antisettiche, balsamiche ed antiparassitarie.